Inaugurazione dell’A.A. 2020-2021 (15.10.2020): “San Francesco a Venezia? (1220-2020)”
San Francesco è passato per Venezia? Ci sono testimonianze storico-letterarie che ci permettono di affermare il passaggio di Francesco d’Assisi per la laguna veneta?
Nell’anniversario degli 800 anni di questo avvenimento, giovedì 15 ottobre, in occasione della inaugurazione del nuovo Anno Accademico 2020-2021 l’Istituto di Studi Ecumenici “San Bernardino” di San Francesco della Vigna e lo Studio Teologico Interprovinciale “Laurentianum” dei Cappuccini della Giudecca hanno invitato mons. Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento e illustre studioso di francescanesimo, per cercare di rispondere a questo interrogativo.
L’incontro si è svolto nell’ampia chiesa del convento che ha accolto docenti e studenti dei due Istituti teologici che, debitamente disposti a distanza di sicurezza, hanno partecipato alla relazione con attenzione e interesse. Dopo i saluti e una breve relazione sulle attività accademiche dell’anno appena trascorso da parte dei presidi dei due Studi teologici, è stata data la parola al prof. Accrocca che con grande perizia e padronanza dei testi delle Fonti francescane ha presentato e riletto questo fatto antico nel suo significato più profondo.
Le testimonianze letterarie dirette di questo avvenimento si riducono ad un unico accenno raccontato da San Bonaventura nella Leggenda Maior. Nessun’altra biografia ricorda il passaggio di Francesco per Venezia. Può sembrare un fatto isolato con scarso fondamento storico. In realtà, l’attenta analisi dei testi e delle testimonianze storiche dell’epoca fatte dal prof. Accrocca hanno dimostrato che non ci sono motivi seri e sostanziali per negare che il fatto sia avvenuto. Il relatore ha proseguito poi il suo intervento commentando l’episodio raccontato da San Bonaventura secondo il quale Francesco, mentre con un altro frate era “… per paludes Venetiarum …”, trovò una grande moltitudine di uccelli che cantavano sui rami (FF 1154). Francesco, rivolgendosi al suo compagno, commentò che anche gli uccelli con il loro canto lodano il Creatore e decise di recitare in mezzo a loro le lodi canoniche. Ma a causa del forte cantare degli uccelli i due frati non riuscivano a pregare. Francesco allora ordinò loro di smettere fino a quando avesse finito di pregare le lodi del Signore e quelli obbedirono. Termina la preghiera, Francesco diede loro il permesso di continuare a cantare e gli uccelli, subito, ripresero a cinguettare.
Attraverso questo episodio, Francesco si presenta a Venezia come l’uomo riconciliato con il mondo: egli riconosce che ogni creatura porta in sé la traccia del Creatore e in nome di questa comunanza di origine, entra in dialogo con ogni essere creato, animato e inanimato. L’obbedienza che gli uccelli danno a Francesco non è dunque costrizione o forzatura, ma un segno chiaro della consonanza e dell’armonia uomo-mondo che Francesco viveva come uomo pacificato.