Dio è morto, viva Dio: sofferenza e speranza in tempi di pandemia
La Sociedade Internacional Rubem Alves (SIRA) in collaborazione con l’Istituto Rubem Alves, il Dipartimento di Scienza della Religione della Universidade Federal de Juiz de Fora, la Escola Superior de Teologia – EST (Brasile), l’Istituto di Studi Ecumenici “San Bernardino” di Venezia - ISE e la Comunità Teologica del Messico hanno organizzato il 3° Simposio Internazionale“Dio è morto, viva Dio: sofferenza e speranza in tempi di pandemia” per far conoscere il pensiero del teologo, scrittore e poeta brasiliano Rubem Alves, una della figure più significative del panorama teologico latino-americano degli ultimi decenni.
L’evento si è svolto on line nell’arco di cinque giornate affidate all’organizzazione di ciascun partner e supervisionate dalla Società Internazionale Rubem Alves (SIRA).
Venerdì 26 novembre, l’ISE ha concluso il Simposio con due significative relazioni, dal titolo: “Un’ostinata speranza. I corpi, il desiderio e la politica. Strumenti poetici visti dalla vecchia Europa” della teologa e pastora valdese prof.ssa Letizia Tomassone, docente alla Facoltà Valdese di Teologia di Roma, e “L’anti-realismo della religione. Immaginazione e creatività per un differente umanesimo” del prof. Carmelo Dotolo, Decano della facoltà di Missiologia dell’Università Urbaniana di Roma. La moderazione della tavola rotonda è stata affidata al prof. B. Salvarani, mentre le conclusioni sono state curate dal prof. Marco Dal Corso.
La prof.ssa Tomassone ha messo in rilievo particolari affinità tra il pensiero di Rubem Alves e la teologia femminista, entrambi interessati alla dimensione narrativa della teologia, al tema del desiderio, della corporeità e dell’estetica, in particolare del rapporto bellezza-giustizia. Il prof. Dotolo, a partire dalla biografia teologica di Alves, ha parlato del significato della religione per l’oggi post-moderno globale, sottolineando come il teologo brasiliano ci inviti a riscoprire l’utopia della religione, e della sua capacità di produrre una critica a una forma di realismo chiuso e senza progettualità per la vita.
L’intervallo tra le due relazioni è stato caratterizzato da un piacevolissimo momento artistico creato e offerto dal professore e attore don Marco Campedelli di Verona che ha messo in scena con un teatrino di burattini un racconto di Rubem Alves, mostrando con un linguaggio inedito tutta la forza simbolica e poetica del pensiero del teologo brasiliano.
Alcune domande pervenute dai partecipanti via chat hanno permesso di riprendere e sottolineare alcuni punti delle relazioni. La serata si è poi conclusa con i saluti e i ringraziamenti da parte del presidente del SIRA, prof. Edson Fermando de Almeida, e con un brano musicale ispirato a testi di Alves su musica di Tom Jobim, eseguita magistralmente alla chitarra da Arnaldo Huff jr.