Le Chiese e la guerra in Ucraina. L’ecumenismo ferito
Con un webinar sull’attuale situazione di guerra in Ucraina, l’ISE ha voluto offrire alcuni spunti di riflessione per una contestualizzazione storico, sociale e religiosa dell’attuale conflitto bellico in Europa. Il confronto tra la guerra e le Chiese ha portato alla luce lo scandalo evangelico della divisione tra i cristiani e ha dimostrato il fallimento della politica internazionale.
Sotto la moderazione del prof. Natalino Valentini, docente invitato all’ISE di Venezia e all’Università degli Studi di Urbino, sono intervenuti tre voci autorevoli rispettivamente sul contesto storico, culturale e religiosa della guerra, sul rapporto tra l’Ortodossia ucraina e il Patriarcato di Mosca e infine sulla posizione delle Chiese ortodosse di fronte alla guerra e la necessità di ritornare al vangelo della pace.
RELAZIONI
• il prof. Adriano Roccucci, docente di Storia contemporanea all’Università degli Studi “Roma Tre”, ha parlato con competenza e precisa documentazione sul rapporto politico-religioso tra Mosca e Kiev, partendo dal recentissimo Concilio della Chiesa ortodossa ucraina dello scorso 27 maggio che ha espresso una posizione fortemente critica nei confronti del Patriarca di Mosca Kirill. Si è soffermato, poi, sulla realtà ecclesiale ortodossa in Ucraina che vede la presenza di tre Chiese distinte che l’attuale situazione di guerra sta ulteriormente distanziando. Ha concluso elencando i nodi principali che emergono in questa difficile situazione tra i quali quello della complessa identità religiosa di Kiev, città sacra perché simbolo del battesimo di tutta la Russia.
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• il secondo intervento ha visto la riflessione di fratel Adalberto Mainardi, monaco di Bose di Cellole, esperto in Chiesa Ortodossa russa, concentrarsi sull’idea di universalità e del “mito imperiale” della Grande Russia, ideologia recente rivestita di antichità. In una commistione di storia e di ideologia, questa concezione tende ad eliminare tutte le differenze nazionali. La via d’uscita sembra essere quella di una concezione di universalità che non sia imperiale, cioè che avanzi la pretesa di un dominio assoluto sulle altre Chiese.
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• ha concluso il ricco pomeriggio, la relazione del prof. Dimitrios Keramidas, teologo ortodosso, docente incaricato alla Pontificia Università “Angelicum” di Roma, che ha proposto una lettura teologica della difficile situazione ecclesiale. Secondo il prof. Keramidas i complessi rapporti tra stato-Chiesa e nazione portano alla necessità di ripensare fino in fondo alcune questioni basilari, primo tra tutti quello della sinodalità. Infatti, insistere sul cammino sinodale che mette le Chiese insieme e che trascende i localismi comporta la necessità di un primato a tutti i livelli della Chiesa, locale, regionale e universale, il solo che possa salvaguardare dal federalismo.
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• dibattito
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La numerosissima partecipazione al webinar (più di 120 iscritti) ha dimostrato ancora una volta quanto l’attuale situazione di guerra interroghi e preoccupi un gran numero di persone che desiderano capire la complessità della situazione ed approfondire le conseguenze ecumeniche di un conflitto che sta fortemente rallentando il cammino di unità dei cristiani.