Per una riforma missionaria ed ecumenica della Chiesa
Con questo titolo, lo scorso 28 ottobre 2022, è stato presentato attraverso un webinar l’ultimo fascicolo della Rivista Studi Ecumenici pubblicato in collaborazione con Missione Oggi. Sono intervenuti alcuni autori che hanno scritto sull’argomento e un lettore esterno, per offrire un’ampia panoramica sull’argomento.
Il prof. p Mario Menin, docente di Missiologia ed Ecumenismo allo Studio Teologico interdiocesano di Reggio Emilia e direttore di Missione Oggi ha presentato la genesi di questo volume ricordando la collaborazione tra le due Riviste e le parole di EG 27 con le quali il papa afferma che “ogni rinnovamento nella Chiesa deve avere la missione come suo scopo”. Ha aggiunto anche che per prendere le distanze da certe risonanze colonialiste del termine “missione”, occorre riferirsi ai suoi fondamenti evangelici e ricordare che si tratta dello stesso ministero missionario di Gesù Cristo, nel quale la Chiesa trova la sua vocazione.
Una prospettiva protestante è stata presentata dalla prof.ssa Elisabetta Ribet, pastora valdese, ricercatrice e docente presso la Facoltà di Teologia Protestante di Strasburgo. Nel domandarsi che cosa il protestantesimo storico si aspetta dalla riforma della Chiesa cattolica la professoressa si è soffermata sulla situazione di diaspora che le Chiese protestanti sono abituate a vivere, e che le mette in situazioni di minoranza e fragilità. Ma in tali situazioni in cui non si è sufficienti a se stessi e manca il sostegno dell’istituzione, il dialogo e l’incontro con l’altro diventano elementi di vitale importanza. Ne deriva dunque la conversione, movimento che porta la Chiesa a spostare il baricentro da se stessa a Cristo.
La voce di un lettore esterno ha arricchito notevolmente la presentazione del volume. Il prof. Antoine Pooda, del Burkina Faso, docente all’Università Urbaniana di Roma, ha sottolineato, infatti, il binomio indissolubile di missione ed ecumenismo, ricordando come quest’ultimo sia stato uno dei frutti più alti del Movimento missionario del Novecento. Ha presentato anche alcuni paradigmi riletti alla luce della cultura africana, che possono aiutare una riforma missionaria ed ecumenica della Chiesa: il dono come “modus vivendi” ecumenico, che trova una sua corrispondenza nello spirito africano del “comunico, dunque sono”; l’ecumenismo della fratellanza nella grande famiglia di Dio, che si incontra con l’etica del vivere solidale dell’Ubuntu secondo la quale “io sono perché noi siamo”.
Un contributo interessante, dunque, al cammino di riforma della Chiesa cattolica mutuato da quella sinodalità nativa presente nelle chiese missionarie e dallo scambio ecumenico con gli altri fratelli cristiani.