Teologie per il futuro
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La qualità della vita delle Chiese dipende anche dalla qualità della riflessione e pratica teologica, soprattutto dalla forza di un pensiero capace di guardare avanti, disegnando futuro a partire da quanto ricevuto. Se la speranza credente sa che il possibile è più del reale, alla teologia compete il darne ragione. Su temi di prospettiva, il corso intende interrogare la vita e la riflessione di alcuni teologi e teologhe delle diverse Chiese.
Le loro esistenze hanno attraversato il Novecento, lasciando un’eredità che è preziosa anche per la stagione che siamo chiamati a vivere. L’orizzonte è quello del dialogo, ecumenico ed interreligioso, “uno dei grandi compiti che la teologia del XX secolo ha solo intravisto e la cui realizzazione essa affida alla teologia del secolo veniente”.
PROGRAMMA (scarica la locandina in PDF)
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04 NOVEMBRE | 18.00 - 19.30
Jürgen Moltmann: teologia della speranza
prof. Fulvio Ferrario
Incontro molto partecipato (circa 150 persone si sono collegate) quello realizzato ieri sera (venerdì 4 novembre) dall’ISE assieme alla Facoltà Valdese di Roma.
Il prof. Ferrario, docente presso entrambi gli istituti, ha presentato la teologia di Jurgen Moltmann, sottolineando, attraverso le numerose pubblicazione dell’autore e i temi principali della sua ricerca: dalla teologia della speranza a quella della creazione.
Un’eredità, quella del teologo tedesco, che parla ancora alla vita delle chiese del XXI secolo.
Questo è stato il primo di una serie di incontri che interrogheranno la vita e le opere di alcuni teologi e teologhe del Novecento per evidenziarne l’attualità per i credenti di oggi.
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11 NOVEMBRE | 18.00 - 19.30
Gustavo Gutierrez: teologia del sud
prof. Marco Dal Corso
Ancora un incontro molto partecipato, quello proposto dall’ISE insieme alla Facoltà Valdese di Teologia, la sera di venerdì 11 novembre, incentrato questa volta su "Gustavo Gutierrez: teologia dal sud".
Il prof. Dal Corso, docente ISE, ha presentato il pensiero del peruviano Gustavo Gutierrez, noto come uno dei teologi della teologia della liberazione. Oltre a ripercorrere la recente storia latinoamericana e lo sviluppo della riflessione teologica e pratica ecclesiale iniziata a fine anni ’60, è stata presentata anche l’eredità di quel pensiero e di quell’esperienza.
La teologia per il futuro sulle spalle di questo gigante e della comunità che lo ha supportato è quella che ricorda la vocazione profetica delle chiese e delle loro teologie, quella che impegna le comunità credenti e con loro i teologi a partecipare e non evadere il dibattito pubblico, quella, infine, che reclama il riconoscimento di una specifica epistemologia del sud, capace, perché pensa diversamente, di immaginare un mondo differente.
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18 NOVEMBRE | 18.00 - 19.30
Ioannis Zizioulas: teologia per la koinonia
prof. Dario Chiapetti
Siamo giunti al terzo appuntamento del ciclo Teologie per il futuro, con la figura di un teologo greco ortodosso tra i più originali del nostro tempo, il metropolita di Pergamo Ioannis Ziziolulas e la sua teologia per la koinonia, presentato con grande competenza dal prof. Dario Chiapetti, sacerdote dell’arcidiocesi di Firenze.
Dopo alcune note biografiche sul teologo ortodosso, il relatore ha presentato il suo percorso teologico. Influenzato dal personalismo greco e russo, dall’esistenzialismo di M. Heidegger e dalla filosofia dialogica di M. Buber e di E. Levinas, Zizioulas sviluppa la sua riflessione teologica a partire dalla dottrina trinitaria portata fin sul piano ontologico, per passare poi alla riflessione sulla Chiesa come comunione e, da questa, alle questioni concernenti il suo attuarsi, ovvero la sua natura ecumenica. Il prof. Chiapetti ha messo in risalto come la teologia della koinonia di Zizioulas sia basata sull’ontologia dell’alterità e quindi della persona come comunione, per cui in Dio l’Uno è simultaneo ai Molti. La causa ontologica di questa simultaneità non è una sostanza impersonale ma una persona che è il Padre, ossia una libertà ontologica, cioè una libertà-per-l’altro. Questa realtà si fa presente anche a livello cristologico: Cristo è persona, cioè Uno e Molti, in virtù dello Spirito Santo che conferisce alla persona come alterità il suo carattere ontologico. In tale visione la Chiesa, come realtà dell’Uno e Molti che è Cristo, e da Questi principiata, è quell’alterità che genera alterità, a partire dalla comunione. È da qui che Zizioulas fa seguire le sue considerazioni su Chiesa locale, Chiesa particolare, primato, ministerialità ed ecumenismo.
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25 NOVEMBRE | 18.00 - 19.30
Luigi Sartori: pensare ecumenico
prof. Simone Morandini
La figura di Mons. Luigi Sartori e il suo pensare ecumenico hanno caratterizzato il quarto incontro del ciclo Teologie del futuro, tenuto dal prof. Simone Morandini, vice preside dell’ISE e docente di teologia ecumenica. Il relatore ha raccolto i caratteri principali del pensiero teologico ecumenico di Sartori attorno a questi punti:
- l’attenzione sempre viva a custodire i frutti ecumenici del Concilio Vaticano II, in particolare i contenuti di Unitatis redintegratio e i principi del dialogo;
- il rapporto tra il depositum fidei e le sue formulazioni dottrinali, e il grande tema della gerarchia delle verità, come principi ecumenici-guida nel dialogo interconfessionale;
- l’esigenza della reciprocità del riconoscimento ecclesiale e di una scambievole recezione delle Chiese;
- coltivare le convergenze raggiunte tra le Chiese e cercare sempre nuovi spiragli per il dialogo, attivando processi di incontro e di comunicazione
In sintesi si può dire che la teologia ecumenica di Sartori sia caratterizzata da un’ermeneutica della carità, aperta sempre a valorizzare al meglio ciò che l’interlocutore presenta, con uno sguardo positivo sul mondo e sull’alterità, nella consapevolezza che lo Spirito Santo pervade e caratterizza il reale di una radicale bontà.
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02 DICEMBRE | 18.00 - 19.30
Sally McFague: un'ecoteologia femminista
prof.ssa Letizia Tomassone
La figura della teologa americana dell’ecofemminismo mondiale Sallie McFague, già docente alla Vancouver School of Theology, scomparsa nel 2019, è stata presentata all’interno del ciclo di lezioni “Teologie per il futuro”, dalla prof.ssa Letizia Tomassone, pastora valdese e docente presso la Facoltà Valdese di Teologia di Roma.
L’elaborazione teologica della McFague parte da un concetto fondante della teologia del processo, che comprende il divino implicato strettamente nel mondo e nella storia. Di conseguenza Dio viene ferito e lacerato dalle ferite inferte al creato dai cambiamenti climatici ad opera umana, dalle produzioni minacciose di armi nucleari in grado di distruggere il pianeta, dall’ingiustizia e dalla diseguaglianza globale tra popoli e persone.
Sallie McFague propone quindi la visione “sacramentale” del pianeta come corpo di Dio, e di un rapporto con il divino che viene descritto attraverso la categoria di “amicizia” e quella “dei/delle compagne di cammino”.
Sallie McFague ha avuto l’audacia di pensare una teologia sfidante per gli e le abitanti del Nord globale, una teologia fatta di dialogo con le scienze, denunce sociali e ambientali, proposte di fede pratica. La sua teologia è radicata nella tradizione riformata, in particolare nella teologia della croce che ci mostra un divino che intraprende la via dello svuotamento da ogni potere e della profonda compassione nella condivisione.
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09 DICEMBRE | 18.00 - 19.30
Jacques Dupuis: per il dialogo interreligioso
prof. Claudio Monge
Con la presentazione della figura e del pensiero del teologo gesuita belga Jacques Dupuis (1923-2004), da parte del prof. Claudio Monge in collegamento da Istanbul, si conclude il ciclo di incontri “Teologie per il futuro” dedicato alle voci profetiche della teologia contemporanea.
La relazione fra il cristianesimo e le altre tradizioni religiose, la questione se la salvezza di Gesù Cristo sia raggiungibile anche da parte dei “non cristiani” e se le altre religioni possano contenere o meno autentici valori umani e cristiani, sono le domande alle quali il teologo belga cerca di rispondere nel suo libro Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso del 1997, grazie al quale diviene famoso in tutto il mondo.
Con la sua teologia delle religioni, frutto dell’esperienza missionaria in India e di quasi quarant’anni di insegnamento, Dupuis apre la strada ad una nuova ermeneutica della fede e prospetta un nuovo rapporto del cristianesimo con le altre tradizioni religiose, secondo il quale c’è una complementarietà reciproca ma asimmetrica tra la rivelazione cristiana e quella nelle altre religioni.
Oggetto di una notifica da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede che segnalava “gravi errori e ambiguità dottrinali” nel pensiero del teologo belga (1998), Dupuis continuò a sostenere con convinzione che “un approccio più aperto e più positivo alle altre tradizioni religiose all’interno del piano di Dio per l’umanità è un bisogno urgente per la vita della Chiesa stessa”.