Sull’etica ecumenica e il discernimento: un contributo alla comunione morale.

La recente pubblicazione del fascicolo di Studi Ecumenici dedicato all’etica ecumenica e al ruolo delicato che hanno i temi morali all’interno del dialogo tra le Chiese, ha dato occasione di organizzare un webinar dal titolo Riflessioni sull’etica ecumenica e sul discernimento: un contributo alla comunione morale durante il quale sono stati presentati i punti principali in cui si articola il dossier della Rivista. L’evento ha visto la partecipazione dell’ATISM (Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale) e della Fondazione Lanza.

La prof.ssa Ilenya Goss, pastora valdese e coordinatrice della Commissione per i problemi etici posti dalla scienza delle Chiese Battiste, Metodiste e Valdesi in Italia, ha offerto uno sguardo generale sull’etica in prospettiva ecumenica definendola un’area di lavoro urgente per le Chiese cristiane. Il tema etico risulta molto importante per i cristiani perché li aiuta ad enucleare i presupposti e i prolegomeni che sono alla base del loro discernimento morale, come per esempio le visioni antropologiche di riferimento, le culture, le filosofie ispiratrici, ecc., e scoprire come l’etica sia “seconda”, ma non “secondaria” nelle relazioni tra le Chiese. A partire da qui, il dialogo etico ecumenico deve affrontare alcuni punti imprescindibili, come la riflessione sui diversi modelli esegetici usati dalle Chiese in campo morale, sul ruolo della teologia naturale e dell’antropologia, e sulla definizione dei presupposti irrinunciabili del discorso etico.

La prospettiva confessionale cattolica è stata affidata al prof. Pier Davide Guenzi, presidente dell’ATISM e docente di teologia morale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e presso il Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II di Roma. Rifacendosi al testo conciliare di Gaudium et spes n. 46 ha messo in evidenza i punti fondamentali del discernimento cattolico, che sono l’attenzione ai segni dei tempi, quale doverosa risposta dei credenti all’iniziativa di Dio nella storia, e il costante riferimento al Vangelo. Questa metodologia ha il pregio di preservarci dal rischio di una visione intellettualistica e monologica del reale che interpreta in forma rigida la ricchezza dell’umano e della sua libertà. Infine un riferimento al magistero di papa Francesco, definito a sua volta come “discernimento in atto”, ha completato l’esposizione del prof. Guenzi.

L’ultimo intervento è stato affidato alla prof.ssa Francesca Marin docente di filosofia morale all’Università degli Studi di Padova e coordinatrice del Progetto Etica, Filosofia e Teologia della Fondazione Lanza. La sua riflessione si è concentrata sulla quaestio disputata del fine vita, quale caso di studio affrontato ecumenicamente nella quarta sezione del dossier della Rivista. Un approccio metodologico comune alle diverse confessioni cristiane è emerso dalla lettura dei contributi degli autori che hanno scritto sul problema etico del morire: l’interpellanza universale del fine vita, la complessità del problema, irriducibile a soluzioni semplicistiche e l’atteggiamento dello “stare in punta dei piedi”, caratterizzato da equilibrio in una situazione di continuo dinamismo. La riflessione sul tema va, poi, ulteriormente sviluppata affrontando il problema delle cure palliative, che non sono deputate solo al fine vita, e a quando ormai non c’è più niente da fare, ma che hanno un fine molto più nobile e grande.

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Biblioteca San Francesco della Vigna

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