Pastorale ecumenica - corso ONLINE
Un ciclo di incontri online rivolto in primo luogo ai delegati diocesani e regionali per l’ecumenismo ed il dialogo, ai membri delle relative commissioni e a quanti si dedicano alla pastorale ecumenica. Al confronto con alcune buone pratiche realizzate in specifiche realtà diocesane, si affianca una riflessione su alcuni temi strategici in ordine a possibili percorsi di dialogo da esplorare.
Quattro incontri online per trovare idee e percorsi e operare ecumenicamente sul territorio.
Per partecipare richiedere il link entro il 15 novembre scrivendo alla segreteria dell'Istituto di Studi Ecumenici (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
PROGRAMMA (Scarica la locandina in formato PDF)
17 NOVEMBRE | 18.00 - 19.30
Saluto, don Giuliano Savina, direttore UNEDI
Introduzione, prof. fr. Lorenzo Raniero, preside ISE
• Dialoghi possibili, prof. Fabrizio Mandreoli, Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna
• Perché non possiamo non essere ecumenici, prof. Brunetto Salvarani, ISE “San Bernardino”
24 NOVEMBRE | 18.00 - 19.30
• In dialogo con l’ortodossia, don Luca Merlo, delegato per l’ecumenismo, diocesi di Verona
• Ricercare comunione oltre l’impasse, prof. don Jean Paul Lieggi, Facoltà Teologica Pugliese
01 DICEMBRE | 18.00 - 19.30
• In dialogo col protestantesimo storico, prof.ssa Silvia Nannipieri, delegata per l’ecumenismo, diocesi di Pisa
• La Scrittura condivisa, i temi di confronto, prof. Simone Morandini, ISE “San Bernardino”
15 DICEMBRE | 18.00 - 19.30
• In dialogo col mondo pentecostale, past. Pierino Zingg, pastore a Trento e prof. don Cristiano Bettega, delegato per l’ecumenismo, diocesi di Trento
• Presenze dello Spirito, prof. Enzo Pace, docente emerito di Sociologia delle Religioni all’Università di Padova
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Pastorale ecumenica – 1° incontro
Venerdì 17 novembre ha dato il via al corso online di Pastorale ecumenica con il primo incontro dal titolo Dialoghi possibili: perché non possiamo non essere ecumenici, che ha visto la partecipazione del prof. Fabrizio Mandreoli, docente di Teologia fondamentale e di Teologia comparata presso la Facoltà dell’Emilia Romagna di Bologna, già delegato diocesano per l’ecumenismo della medesima città, e il prof. Brunetto Salvarani, docente di Teologia della missione e del dialogo presso la Facoltà dell’Emilia Romagna, professore invitato all’ISE e presidente dell’Associazione Italiana “Amici di Nevé Shalom”.
Il prof. Mandreoli ha raccontato l’esperienza condotta nella città di Bologna assieme ad otto giovani, alcuni cattolici impegnati, altri dichiaratamente agnostici e altri ancora di fede islamica, che per un anno intero hanno esplorato e conosciuto dall’interno cento comunità religiose del territorio. L’esperienza ha portato questo piccolo gruppo ad affinare lo sguardo sulla realtà religiosa plurale della città e a sviluppare un pensiero critico. Nello stesso tempo hanno acquisito una grande umiltà interpretativa, riconoscendo che tutti portiamo dentro di noi pregiudizi culturali e religiosi che spesso ci pongono in un atteggiamento di superiorità. L’incontro, quindi, con un tema così complesso come quello della pluralizzazione religiosa ha portato questi giovani a chiedersi quale sia lo spazio che la propria esperienza credente è in grado di dare ad un’altra tradizione di fede irriducibile alla propria; uno spazio che non sia soltanto di cortesia, ma effettivo e reale.
Dall’ascolto di questa esperienza pastorale ecumenica e interreligiosa, è derivata la riflessione del prof. Salvarani, il quale ha sottolineato la necessità del dialogo ecumenico per un cristianesimo in crisi, che può trovare futuro soltanto nel cammino di unità tra le chiese cristiane e nel dialogo con le religioni. Per questo è necessario che l’ecumenismo esca dalle stanze degli specialisti e divenga esperienza di chiesa, esperienza sociale, dal momento che esso è il contesto naturale dell’essere cristiano tout court. Il relatore ha tacciato poi le tappe del processo conciliare ecumenico degli ultimi vent’anni, ricordando le assemblee ecumeniche europee di Basilea (1989), di Graz (1997) e di Sibiu (2007) affermando come dopo l’iniziale entusiasmo degli inizi si sia arrivati ad un momento critico caratterizzato dall’impasse di visioni diverse tra le chiese cristiane soprattutto attorno ai temi etici. Solo con papa Francesco il cammino ecumenico sembra aver trovato nuovo ossigeno nella direzione di un ecumenismo pratico, quasi empirico, rappresentato dall’immagine del camminare insieme (walking together) nella fraternità e nell’impegno comune.
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Pastorale ecumenica – 2° incontro
Il secondo appuntamento delle lezioni online di Pastorale ecumenica ha dato uno sguardo al mondo ortodosso. Un interessante intreccio di narrazione di riflessione teologica ha caratterizzato l’intervento del prof. Jean Paul Lieggi, docente di teologia trinitaria, di cristologia e teologia patristica alla Facoltà Teologica Pugliese, dal titolo In dialogo con l’ortodossia: ricercare la comunione oltre l’impasse.
Raccontando ciò che è accaduto nei lavori della Commissione internazionale mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa, il professore ha messo in rilievo come si sia giunti ad una svolta significativa: se finora ci si era concentrati su ciò che unisce Cattolici e Ortodossi, adesso si ha avuto il coraggio di redigere un’agenda di temi controversi che ancora dividono. Inoltre, ha raccontato anche l’esperienza ben riuscita di dialoghi teologici tra Oriente e Occidente in cui si è arrivati a firmare la pace e l’unione ecclesiale tra le due parti, ma come poi tutto è svanito per mancanza di rispetto, di carità e di fiducia reciproca tra i fedeli delle due confessioni. Ciò testimonia che l’ecumenismo teologico è destinato a fallire senza l’ecumenismo del popolo di Dio. A completare la testimonianza, è intervenuto don Luca Merlo, delegato diocesano per l’ecumenismo di Verona che ha raccontato l’esperienza di questo “ecumenismo di popolo” vissuto con gli ortodossi nel territorio della sua diocesi.
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