Ecumenismo interculturale - corso ONLINE
Se è vero che è finito un mondo, che l’Occidente è post-cristiano, che Dio ha traslocato, siamo allora, invitati a renderci conto della “nuova geografia del cristianesimo”. La crisi di una parte (quella occidentale) non corrisponde alla vitalità, pur complessa e fragile, dell’altra (quella del sud del mondo). Diventa sempre più vero che il cristianesimo è chiamato ad essere globale credendo, come ci ricordano i teologi e le teologhe del sud, nella formazione di “chiese fonti” e non di “chiese calco”. L’ecumenismo è invitato a ripensarsi in chiave interculturale.
I l webinar è composto di quattro incontri che si terranno online. Per partecipare richiedere il link entro il 17 aprile scrivendo alla segreteria dell'Istituto di Studi Ecumenici (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
PROGRAMMA (Scarica la locandina in formato PDF)
19 APRILE | 18.00 - 19.30 | REGISTRAZIONE VIDEO
Nuova geografia del cristianesimo: verso un cristianesimo globale
• Prospettiva cattolica: prof. Marco Dal Corso, Istituto Studi Ecumenici - Venezia
• Prospettiva protestante: prof. Eric Noffke, Facoltà Valdese di Teologia - Roma
• Prospettiva ortodossa: prof. Dimitrios Keramidas, Facoltà di Teologia, Angelicum - Roma
• Moderatrice: Anne Zell, pastora valdese - Como
03 MAGGIO | 18.00 - 19.30 | REGISTRAZIONE VIDEO
Per adorare Dio con mente, corpo e spirito: l’ecumenismo in Africa
• Relatore: prof. Pooda Antoine de Padou, Università Urbaniana - Roma
• Discussant: Chretien Tajikem, dottorando ISE - Cameroun
• Testimone: Stella Baidoo, metodista, studentessa di teologia - Ghana
10 MAGGIO | 18.00 - 19.30 | REGISTRAZIONE VIDEO
Diventare cristiani interreligiosamente: l’ecumenismo in Asia
• Relatore: prof. Chung Jaeho, Università Urbaniana - Corea
• Discussant: Do Thanh Dieu Paulus, dottorando PUA - Vietnam
• Testimone: Norie Castriciones, chiesa metodista - Roma
17 MAGGIO | 18.00 - 19.30 | REGISTRAZIONE VIDEO
Cristianesimo de-coloniale. L’ecumenismo in America Latina
• Relatore: prof. Leonardo Boff, teologo cattolico - Petropolis, Brasile
• Discussant: Carola Tron, pastora valdese - Rio de la Plata
• Testimone: Carlos Marcelo Caballero Negri, dottorando PUA - Paraguay
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Nuova geografia del cristianesimo: verso un cristianesimo globale – 1° incontro
In collaborazione con Facoltà Valdese di Teologia di Roma, venerdì 19 aprile all’Istituto di Studi Ecumenici di Venezia è iniziato il corso online di Ecumenismo interculturale. Davanti ad un vasto pubblico collegato da ogni parte di Italia si è tenuta la prima lezione dal titolo Nuova geografia del cristianesimo: verso un cristianesimo globale che ha cercato di dare uno sguardo generale della situazione del cristianesimo sottolineando come si sia già delineata una nuova compagine geografica della fede cristiana. Sotto la moderazione di Anne Zell, pastora presso Chiesa Evangelica Valdese di Como, si sono alternati professori delle principali confessioni cristiane.
Il prof. Marco dal Corso, docente di teologia del dialogo interreligioso all’ISE di Venezia, ha cercato di dar ragione della “nuova geografia del cristianesimo” che già da tempo ormai ha traslocato dal nord al sud del mondo. Questo fenomeno assodato rende l’interculturalità non solo una necessità, bensì un kairos, cioè l’occasione per interrogare la fede cristiana in un modo nuovo e inedito, e l’opportunità di dar testimonianza della natura sovversiva dell’evento Gesù Cristo che si può riassumere nella cifra dell’ospitalità, forma etica dell’interculturalità.
Per parte protestante, è intervenuto poi il prof. Eric Noffke, vice decano della Facoltà Valdese di Teologia di Roma e docente di Nuovo Testamento. Ha affermato che l’intercultura e il decolonialismo sono delle straordinarie chance per essere fedeli alla vocazione cristiana e al cristianesimo che nella Scrittura fin da subito presenta tratti interculturali. In questa direzione, per esempio, nel mondo evangelico italiano, dove l’immigrazione ha portato un cambio notevole della scena religiosa, si è voluto dare una risposta in sintonia con la pluralità delle culture inserendo i migranti nella vita delle chiese locali, anziché creare comunità etniche particolari. Il processo “Essere chiesa insieme” testimonia questo ben riuscito tentativo delle chiese valdesi e metodiste.
Il prof. Dimitrios Keramidas ha infine illustrato il rapporto del mondo ortodosso con l’interculturalità guardando soprattutto alle chiese ortodosse della diaspora che si sono diffuse ampiamente in occidente e nel sud del mondo. Nonostante il cambiamento di tipo culturale sperimentato da queste chiese, l’ortodossia della diaspora appare però ancora molto legata all’amministrazione delle chiese madri e pertanto non riesce ad esprimere pienamente il suo contatto con il mondo plurale.
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Per adorare Dio con mente, corpo e spirito: l’ecumenismo in Africa – 2° incontro
Una immersione nella cultura vitalogica africana e nello spirito profondamente religioso di questo ricco continente, è quello che ci ha offerto il prof. Pooda Antoine de Padou, della Pontificia Università Urbaniana di Roma, nel secondo incontro del corso di Ecumenismo interculturale organizzato dall’ISE e dalla Facoltà Valdese di Teologia di Roma. Il suo intervento si è sviluppato attorno a questi tre punti:
- L’ecumenismo in Africa, che si presenta principalmente come “conversazione interculturale” i cui interlocutori sono le religioni rivelate, le religioni tradizionali africane e i nuovi movimenti ecclesiali (chiese indipendenti). Si tratta di uno sforzo ecumenico complesso caratterizzato da una sorta di “guerra fredda” tra le varie parti che si fronteggiano per dinamiche di concorrenza e di proselitismo, dovute ad una razionalità strumentale che agisce per attirare nuovi adepti nelle chiese.
- L’antropologia africana che si declina intorno a due nuclei: la visione vitalogica secondo la quale la vita è l’ambito dentro cui si esprime ogni essere, realtà che ingloba ed include gli antenati, i vivi e i bambini che devono nascere, tutta la creazione ed ogni essere (Africae Munus, n. 69); e l’etica dell’ubuntu, un modo di vivere diffuso nell’Africa sub-sahariana che fa riferimento ad una maniera di sentire la vita e di ragionare che può essere tradotto come “umanità attraverso gli altri” o “benevolenza verso il prossimo”.
- “Adorare Dio” come un celebrare la vita con tutto l’essere, in quanto l’uomo africano è radicalmente religioso. La religione infatti, pur non essendo tutto, penetra ogni cosa e coinvolge la totalità dell’uomo. Per questo per una preghiera autentica il ruolo della musica e della danza sono centrali, perché espressione di congiunzione tra corpo e anima.
Ad arricchire ulteriormente la lezione, l’intervento del discussant Chretien Tadjikam, studente dottorando dell’ISE del Cameroun che ha rilanciato la riflessione sul tema del corpo nella cultura e nella vita di fede in Africa, e la bella testimonianza di Stella Baidoo originaria del Ghana, studentessa metodista della Facoltà Valdese di Teologia di Roma, che ha raccontato la sua esperienza di incontro ecumenico in Ghana e in Italia.
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Diventare cristiani interreligiosamente: l’ecumenismo in Asia – 3° incontro
Una finestra sull’ecumenismo e dialogo interreligioso in Asia e una riflessione sulla spiritualità del cristianesimo di questo grande continente è stata offerta dal prof. Massimiliano Jaeho Chung, sacerdote cattolico della Corea del sud, docente incaricato di Missiologia alla Pontificia Università Urbaniana di Roma.
Il relatore ha esordito affermando che quando si parla di ecumenismo in Asia è necessario prendere in considerazione la grande pluralità religiosa presente in questo grande continente e come la fede cristiana, pur presente da molti secoli, continua a costituire un gruppo di minoranza. I cristiani delle diverse confessioni sono tutti attivamente coinvolti in iniziative significative in stretta relazione con le tradizioni religiose non cristiane.
L’intervento del professore si è poi concentrato su due punti: in primo luogo l’origine dell’ecumenismo in Asia, che per alcuni risiede nella cooperazione dei missionari provenienti dalle diverse chiese cristiane dell’Occidente, mentre per altri è attribuita alle iniziative dei cristiani indigeni locali e al loro anelito di promuovere l’unità; e in seconda battuta, sul rapporto tra ecumenismo e la pluralità religiosa. A questo riguardo è degno di nota quanto ha detto il teologo vietnamita Peter Phan: “È in Asia che la questione della pluralità religiosa è letteralmente una questione di vita o di morte. Inoltre, il futuro del cristianesimo asiatico dipenderà da come questa pluralità religiosa viene compresa e vissuta dai cristiani”.
In Asia, quindi, l’ecumenismo è strettamente intrecciato con il dialogo interreligioso, tanto che la Federetion of Asian Bishops Conferences (FABC) ha istituito un unico ufficio che si occupa dell’attività ecumenica e di quella interreligiosa in maniera integrale. Le Chiese asiatiche intendono il dinamismo ecumenico come un relazionarsi tra loro in unità, per portare la parola di Cristo nelle varie sfere della società e della cultura in cui convivono con altre religioni.
Per i cristiani dell’Asia, infine, il senso della fede passa attraverso il vissuto di esperienze concrete tangibili, invece che per l’acquisizione di spiegazioni logiche su Dio. Tale caratteristica che valorizza l’esperienza vissuta della fede è una opportunità per l’ecumenismo, poiché le differenze dommatiche non sono viste come ostacoli insuperabili delle attività pratiche condivise fra i cristiani appartenenti a diverse chiese, e perché la diversità è vista come multiformità tra le chiese, elemento che arricchisce l’esperienza religiosa dei fedeli partecipanti alle attività ecumeniche, offrendo loro la possibilità di allargare la loro visione della spiritualità cristiana.
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Cristianesimo de-coloniale. L’ecumenismo in America Latina – 4° incontro
In collegamento diretto da Petropolis (Brasile), davanti a più di cento persone collegate online, il prof. Leonardo Boff, teologo cattolico ed esponente di spicco della teologia della liberazione, ha tenuto la sua lezione su Cristianesimo de-coloniale. L’ecumenismo in America Latina, coinvolgendo tutti i presenti con una presentazione accorata e appassionata sulla dimensione ecumenica del cristianesimo nel continente sudamericano.
Dopo aver ricordato i tratti violenti e a volte brutali della colonizzazione del continente americano da parte delle nazioni europee e di conseguenza l’imposizione forzata della fede cristiana ai popoli indigeni, il prof. Boff ha offerto alcuni segni di speranza per lo sviluppo di un cristianesimo de-coloniale. Li ha identificati in un cristianesimo del popolo, basato sulla devozione, comunitario, laico e familiare, lontano dalle gerarchie ecclesiastiche; un cristianesimo non dottrinale e dommatico, ma aperto a tutti, disponibile a nuove integrazioni. È il tentativo di dare vita a un “cristianesimo sorgente”, evangelico, più libero da strutture istituzionali.
Anche la dimensione ecumenica delle fede cristiana, in Latinoamerica si configura nella forma della missionarietà: chiese metodiste, anglicane, presbiteriane e di diverse denominazioni cristiane, tutte unite nell’annuncio del vangelo e nella testimonianza dell’unica fede. La stessa teologia della liberazione, ha continuato il prof. Boff, è al contempo ecumenica e de-coloniale: infatti l’opzione per i poveri ha attraversato tutte le chiese cristiane, e lo sguardo privilegiato alle periferie esistenziali, ha dato un importante rilievo ad una chiesa “dal basso”. Si tratta della stessa fede, lo stesso vangelo, ma pensato in un’altra forma, non più secondo gli schemi del cristianesimo occidentale, ma a partire da una “Chiesa in atto” che nasce dalla base, dal cuore del Popolo di Dio.