(Sal 85,11)
Per una fraternità riconciliata
Roma 16-17 gennaio 2023
Il progetto di ricerca "Giustizia e pace si baceranno” ha un duplice punto di partenza: anzitutto l’appello che ci fa la storia con le vicende che stiamo vivendo e la domanda che nasce a partire dal nostro carisma francescano.
La storia, innanzitutto: è nella identità stessa della teologia di scrutare e interpretare il reale in lumine fidei, alla luce della rivelazione; esplorare il presente oltre l’autoreferenzialità e rispondere ai segni dei tempi secondo la logica del Vangelo. Papa Francesco, nella costituzione apostolica Veritatis gaudium scrive che “occorre partire dal Vangelo della misericordia, dall’annuncio fatto da Gesù stesso e dai contesti originari dell’evangelizzazione […] È necessaria perciò una seria assunzione della storia in seno alla teologia, come spazio aperto all’incontro con il Signore […] È necessaria la libertà teologica. Senza la possibilità di sperimentare strade nuove non si crea nulla di nuovo, e non si lascia spazio alla novità dello Spirito del Risorto” [1]. Questo ci suggerisce uno straordinario spazio di responsabilità operativa e creativa, per cui non vi è più nessun pretesto per giustificare un immobilismo ripetitivo. In questa assunzione del tempo e dello spazio è implicita una seria presa in carico dei mondi vitali e delle condizioni di vita degli uomini e delle donne, in una teologia contestuale e in un ascolto non distratto delle domande rilevanti e urgenti.
Inoltre, siamo interpellati anche come frati minori, seguaci di Francesco d’Assisi che ha posto nella fraternità il fondamento del suo Ordine. Se dunque la fraternità è il segno distintivo del francescanesimo, se il saluto della pace è rivelazione che Francesco riceve da Dio affinché ne faccia uno stile di vita necessario per andare per il mondo, cosa possiamo dire noi francescani di fronte a questo evento della guerra, legittimazione della violenza che mette a rischio la vita del pianeta? Non possiamo più pensare, parlare e operare senza interrogarci da francescani su questo segno dei tempi, che esige discernimento evangelico. Alla vigilia dell’ottavo centenario della stesura e approvazione della regola, non possiamo più limitarci a proclamare la fraternità ivi annunciata, a studiarne magari le fonti e a riflettere sui suoi sviluppi, senza provare ad agire nel suo nome.
Per schierarci dalla parte della fraternità evangelica e non cadere vittime dello schieramento trasversale della violenza, non solo di questa guerra, ma di tutte quelle diffuse nel mondo, è necessario che i centri di studio dell’Ordine diventino luogo di convocazione di competenze indispensabili per una lettura profonda e condivisa della realtà. Si tratta di allestire luoghi di apprendimento per disporci ad una adeguata diaconia sociale che giunga a trasformare l’ideale della fraternità in prassi. È l’occasione per unire pensiero e azione, a partire dall’ascolto di testimoni che hanno attraversato i conflitti e praticato vie di riconciliazione e di pace.
La Pontificia Università Antonianum si è impegnata, dunque, ad animare una riflessione condotta assieme all’Istituto di Studi Ecumenici “San Bernardino” di Venezia costruendo un progetto di riflessione e di ricerca che arrivi a proporre piste concrete di azione a favore della riconciliazione e della pace. Questo progetto è stato presentato al Ministro Generale e al suo Definitorio che ne ha dato l’approvazione e sostenuto la realizzazione con la lettera del settembre 2022 (Prot. 111573) invitando i suddetti centri di studi a una sapiente lettura dei segni dei tempi per un rinnovamento del pensare e agire la fede nella storia di oggi, così complessa ma ricca di spazi per una rinnovata accoglienza della parola di Dio.
Le tappe e lo sviluppo del progetto
Dopo la istituzione di un comitato scientifico formato dal Decano della Facoltà di Teologia, dal Preside dell’Istituto di Studi Ecumenici, di un professore del medesimo Istituto e da rappresentanti di altre facoltà, è stato predisposto il percorso da fare nei suoi contenuti e nella tempistica.
In comunione con il cammino sinodale in atto nella chiesa universale, il progetto avrà il suo inizio con un momento di ascolto necessario per una riflessione adeguata su quanto stiamo vivendo. In occasione della Festa dell’Università e del Gran Cancelliere (16-17 gennaio 2023), la Pontificia Università Antonianum darà vita alla prima tappa del progetto organizzando un momento prolungato di ascolto, di riflessione e convocazione di competenze, ponendo l’accento su questioni geopolitiche e socio-culturali a livello globale. Verranno ascoltati testimoni di riconciliazione e di pace da varie parti del pianeta attraversate da guerre e conflitti: dall’America Latina (Colombia), dall’Africa (Rwanda, Congo), fino al Medio Oriente, rappresentanti di organismi di pace laici ed ecclesiastici che presenteranno la loro esperienza personale e comunitaria raccontando nuove vie di pace. In questo modo si vuole sperimentare un’esperienza sinodale che pone al centro l’ascolto di competenze e prassi altre per favorire un progresso nella comprensione e nell’apprendimento dell’attuale conflitto russo-ucraino. A completare questo primo momento vi sarà l’apporto di due esperti, uno di geopolitica e di disarmo (sign. Mario Agostinelli, Presidente dell’Associazione Laudato si’ – Un’alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale) e un altro di risorse energetiche ed ecologia (il prof. Daniele De Luca, docente di Scienze politiche e relazioni internazionali, presso l’Università del Salento).
A partire da questo primo momento, seguiranno due giornate di studio nelle sedi di Roma e Venezia, ciascuna con la sua specificità: Roma, per quanto riguarda la questione di una rinnovata teologia della pace e Venezia intorno alle sfide di una teologia pubblica ecumenica di fronte al problema della pace. Pertanto, le successive due tappe del progetto consisteranno in questi appuntamenti:
- la giornata di studio del prossimo 18 aprile a Roma, per la quale sono stati costituiti quattro gruppi di lavoro, rispondenti ad alcuni ambiti tematici: Teologia Fondamentale, Teologia Spirituale, S. Scrittura e Francescanesimo. In questa sede i professori di ciascuna disciplina teologica, assieme ad alcuni dell’Istituto di Venezia, affronteranno il tema in questione prendendo come riferimento il Dizionario della pace edito dalle Dehoniane nel 1997 e sviluppando una nuova prospettiva teologica sulla pace che oggi, rispetto agli anni Novanta, è notevolmente cambiata;
- la giornata di studio di Venezia, durante la quale i professori componenti il gruppo di ricerca di Teologia Pubblica Ecumenica, assieme a una rappresentanza dei docenti della sede romana, rifletteranno sulla pace a partire da due relazioni introduttive: La profezia della pace: il suo contributo al dibattito pubblico e Ecumenismo come scuola di pace.
Ciascun gruppo dovrà esprimere considerazioni per un aggiornamento dell’impostazione formale e contenutistica della teologia della pace, tenendo conto del contesto odierno, fortemente differenziato rispetto a quello del recente passato.
Tutto il percorso culminerà nella stesura di un manifesto, intitolato Per una nuova teologia della pace. Manifesto per un nuovo lessico teologico, il cui testo sarà approntato subito dopo le giornate di studio, entro il mese di giugno 2023, per essere pubblicato e distribuito subito dopo l’estate.
Il manifesto, quale prodotto di questa ricerca congiunta, verrà offerto al Progetto Oikos Mediterraneo a cui partecipa l’Ufficio Giustizia Pace Integrità del Creato dei Frati Minori d’Italia e Albania, per informare prassi di riconciliazione per dar vita a cammini per una nuova cultura sociale, politica e una nuova antropologia.
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[1] Intervento del Santo Padre Francesco all’incontro sul tema, La teologia dopo Veritatis gaudium nel contesto del Mediterraeo, promosso dalla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Napoli 21 giungo 2019.
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• PROGRAMMA del 16-17 gennaio 2023 (scarica la locandina in PDF)
• LIBRETTO DEL PROGETTO (scarica il libretto in PDF)
• REGISTRAZIONE VIDEO (collegamento al canale YouTube della Pontificia Università Antonianum di Roma)